26 giugno 2006



Spazi vuoti… Ci sono un sacco di spazi vuoti, ultimamente, ad occupare i miei giorni. Più vuoti che pieni. Io cerco di riempirli, cerco di impegnare la mente, mi muovo, di continuo, più che posso, ma in realtà impegno solo il corpo. La mente, rimane in quei vuoti.. E in quei momenti, così, dal niente risorgono dalle ceneri, cose lontane, che non riesco, a non vedere.. Sono episodi, frasi, attimi, antichi, che non credevo neppure di ricordare, me li ritrovo davanti, e non so che fare. Sono cose subite altre provocate. Sono ferite vecchie come il mondo, che hanno lasciato segni, non so se sono cicatrizzati, a volte sembrano ancora sanguinanti. E allora, cerco dei perché, cerco motivi, cause, non so nel tentativo di giustificare, e farle tacere. Sono flash improvvisi che non riesco ad annientare. Se tornassi indietro, no, non le rifarei, no non lascerei, farmi ferire così. Non è vero che rifarei tutto quel che ho fatto, non è vero che me lo rifarei fare, alcune le cancellerei proprio, taglierei pezzi di pellicola. E così continuo a cercar motivi, e così continuo a non trovarne. Forse dovrei solo accettare, che a volte, le cose accadono, accadono e basta, senza xchè e xcome, succedono, e non si può fare altro che prenderle così, x come sono. Non so, se questo significhi, superare, andare oltre, non so.. ma sono stanca, non ne ho più voglia, voglio andare via, per non pensare più, che poi le cose mi inseguiranno, forse, ma ora non ho più voglia, di guardare. Ho voglia solo del dopo, di guardare a domani, e dopodomani, ho voglia di sentire le cose e basta. Mi sento come un malato, nel suo letto d’ospedale, che guarda il soffitto, e aspetta, che qualcuno arrivi, e gli bagni le labbra disidratate, che con lo sguardo, solo con quello, gli dica, che va tutto bene, che è tutto a posto. Sono triste, mi sento sola, e ho bisogno, di un po’ d’affetto. Vorrei che la mia mente mentisse, solo per un po’.
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"Ancora adesso a volte mi chiedo: Avere provato anche so­lo per un attimo a uscire lì fuori, per me che prima o poi ero destinata a tornare indietro, per l'uccello imprigionato nella gabbia della vita, è stato un bene?
E la risposta, non so perché, è sempre la stessa. "Sì, è stato un bene" mi risponde una voce dolce.

Venuta da non si sa dove, ripete, come una ninnananna, che sono viva. La sua eco mi arriva morbida eppure potente, come quando all' inizio della primavera l'erba, gli alberi, i boc­cioli spuntano tutti insieme, e tutto splende di un verde lu­minoso.
Allora socchiudo gli occhi e riconosco il mio mondo, che per uno strano corso di eventi ho finito col vedere dall'ester­no. Poi dedico una preghiera a tutte le persone che a un cer­to punto si sono allontanate da me.

Le persone con cui avrei potuto avere un rapporto diver­so, e con le quali invece, per qualche ragione non è andata bene."
"In questo mondo, a causa delle circostanze in cui li ho in­contrati, tra me e loro le cose non hanno funzionato in nes­sun modo.
Ma sento, ne sono certa, che da qualche parte, in un mon­do profondo e lontano, su una bellissima riva, ci sorridiamo, ci offriamo gentilezza, e trascorriamo insieme momenti felici." B.Y.

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6 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ombre

Tanto ho pensato a te
e ho scritto tanto di te
senza proprio sapere chi tu fossi.
In tante e tante camere ho dormito
senza averti al mio fianco
e tante sono le case
nelle quali ho abitato, senza di te.
Tante son le città in cui non ti ho incontrato.

Tante sono le cose che ho esaurito
o smarrito per via senza di te,
e tante possibilità ho sprecato,
tante vite che la tua presenza qui e ora
mi fa sentire perdute
che ormai ti posso vedere solo
come la luce primaverile che talvolta
sfiora la tua gota o accende l’ardore dei tuoi occhi

lasciando le ombre ancora più fredde e più profonde.

Henrik Nordbrandt

3:02 PM  
Blogger sel73 ha detto...

..grazie, per la poesia...bella davvero...
non è mai successo che qualcuno mi lasciasse una poesia, ne su pc, ne su carta..

Simo

4:27 PM  
Blogger sel73 ha detto...

Caffè all’aperto

Pioviggina un po’
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarla pioggia

e noi lentamente ci bagnamo
ma non abbastanza perché valga proprio
la pena di parlarne

e noi un po’ ci innamoriamo
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarlo amore.

Henrik Nordbrandt

7:34 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Va tutto bene, è tutto a posto.

8:24 AM  
Blogger sel73 ha detto...

....che scemo! ;>

9:42 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

sono passato sul tuo blog per caso, non ti conosco ho solo letto l'ultimo post, non sapevo cosa dire, quindi ho pensato che quelle parole non mie avrebbero comunque potuto comunicarti qualche cosa.
sono contento che sia stato così
ciao leo
ps
bella anche quella che hai postato tu.

8:59 AM  

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