20 aprile 2006




“La prima volta che abbiamo fatto l'amore dal mio ritorno è stato dopo mesi. Sapevo che avremmo capito quando sarebbe stato il momento giusto e abbiamo saputo aspettare. Non troppo presto, non troppo tardi. Al dente. In realtà io l'avrei fatto anche prima, tuttavia era giusto che fosse lei a scegliere i tempi.
L'ultima volta che avevamo fatto l'amore non era stato indimenticabile. Era stato asettico, freddo, meccanico. Poco coinvolgente. C'eravamo annoiati l'uno dell'altra. Quell'ultima volta, dopo aver fatto l'amore, ricordo di aver sentito una sensazione di vuoto, di solitudine, quasi di fastidio.
Eppure Francesca mi piaceva. Il bacio prima di andare via ci aveva rivelato tutto. Uno di quei baci sterili, che sono solamente due labbra che si incontrano. È brutto baciarsi quando non ci si vuole più. Una delle cose più belle del mondo diventa una delle più sgradevoli. Credo che lei avesse provato la stessa sensazione. Anzi, ne sono certo, visto che di comune accordo dopo qualche giorno ci eravamo lasciati.
La prima volta che abbiamo rifatto l'amore invece è stato diverso. La sera precedente Francesca era venuta da me a mangiare e a vedere un film. Sul divano, mentre guardavamo Il posto delle fragole di lngmar Bergman, l'avevo accarezzata in silenzio. I capelli soffici, le braccia lisce, le dita come petali e le unghie bianche e dure come piccole pietre. Francesca a volte aveva bisogno di calore, di attenzioni e di essere abbracciata. Desiderava essere accarezzata, semplici carezze che non fossero preliminari al sesso.”
..“A un certo punto Francesca si era addormentata. Un po' la stanchezza, un po' Bergman. Ero contento di averla addosso. Poi l'ho svegliata.
Aveva i capelli che sembrava gli fosse scoppiato un petardo in testa. Si è spogliata e si è infilata sotto le coperte. Quella notte ha dormito da me.”
“La sera dopo è venuta nuovamente a cena a casa mia. La libreria le portava via molto tempo e nei weekend spesso lavorava, allora mi piaceva l'idea che quando aveva finito almeno trovasse tutto pronto. E poi a me piace cucinare.
Dopo cena eravamo nuovamente abbracciati sul divano. Francesca mi stava raccontando quanto fosse felice di come stavano andando le cose e come si sentisse piena di vita, di energia, di voglia di fare e di dare. Poi ha iniziato a piangere. Piangeva perché stava bene. Ero felice per la sua felicità.
Quella sera abbiamo fatto l'amore. Per la prima volta veramente. Come se non lo avessimo mai fatto prima. Infatti così non lo avevamo mai fatto. Mentre la sfioravo, sentivo sulla punta delle dita una forza misteriosa che mi attraeva verso di lei.
Erano state le lacrime ad aprirmi la porta della sua vera intimità. Come quelle cascate che nascondono una grotta. Dietro c'era una parte nuova di Francesca. Io ero il primo uomo a entrare in quel luogo segreto, segreto anche a lei.
Non ci eravamo allontanati in quei mesi. Era come se andando via in realtà avessi preso la rincorsa per tornare più vicino. Siamo andati in camera, l'ho spogliata e l'ho messa a letto. Le ho chiesto di chiudere gli occhi e ho appoggiato lo sguardo su di lei. L'ho accarezzata lentamente, dalla testa ai piedi, senza mai toccarla. Rimanevo distante solamente qualche centimetro in modo che lei sentisse il calore della mano, ma non il tatto. Prima la testa, poi il viso, la fronte, le sopracciglia, gli occhi, il naso, le labbra, il mento. Senza toccarla, il mio viaggio è continuato sul collo, le spalle, i seni, il ventre, le gambe, i piedi. Sentivo che avvertiva il mio calore. Poi ho iniziato a carezzarla. Passavo la mano sul suo corpo come un mercante esperto fa con un tessuto pregiato.
Ho iniziato a baciarla. Appoggiavo le labbra ripercorrendo il cammino già tracciato. Volevo che tutto in lei fosse attesa. Festa. Evento.
Lei teneva gli occhi chiusi. Il suo respiro era cambiato, era cresciuto. Vedevo le sue mani stringere il lenzuolo. A un certo punto ha aperto gli occhi e ci siamo fissati senza dire niente. Mi sono sdraiato su di lei. La sua pelle era calda. Le ho accarezzato la fronte, ci siamo sorrisi, poi ho passato le dita sulle sue labbra. Amo le labbra. Le amo per il loro colore, per la loro forma e la loro morbidezza. Le amo perché sono costrette a non toccarsi se vogliono dire "ti odio" e obbligate a unirsi se vogliono dire "ti amo".
A un certo punto lei non è più riuscita a stare ferma, mi ha allontanato, mi ha fatto sdraiare sulla schiena e ha iniziato a baciarmi dalla testa ai piedi. Mi ha baciato il collo e poi è scesa. Mi baciava e scendeva, così che dove appoggiava i baci poco dopo mi sfioravano i suoi capelli quasi ad asciugarli. Come se i baci fossero passi silenziosi di una sposa verso l'altare del piacere e i suoi capelli lo strascico dell' abito.
Sono entrato dentro di lei.
Mi muovevo lentamente. Era tra le mie braccia ed era totalmente abbandonata. Al di là del sentimento che proviamo, i nostri corpi si piacciono. lo e Francesca ci incastriamo perfettamente.
Da quella notte la nostra sessualità è diventata sensualità. È diverso il modo in cui ci piace fare l'amore. Ci piace quando ci riempiamo di tenerezze, di baci delicati e lunghe carezze, ma anche quando ci lasciamo trasportare da una fame improvvisa e ci sbraniamo con tale passione che la tenerezza arriva solamente quando abbiamo finito. Ci piace giocare.
Poco più di un anno fa abbiamo deciso di non prendere più alcun tipo di precauzione. Non abbiamo voluto un bambino perché siamo innamorati, per fare dei figli non basta. L'innamoramento è come una sbronza che altera la realtà. Fare un figlio perché si è innamorati è come comprare una casa da ubriachi. E quando passa l'effetto? I figli diventano spesso catene. Desidero che Francesca sia la madre di mio figlio per come è lei e non per come la vedo io. L'amore che viviamo non investe solamente le nostre persone, ma è la condivisione di un amore verso molte cose. Quello che noi chiamiamo l'amore vero, come il sole, non cade solo sulle nostre case o solo su quelle belle. È un sentimento che non investe solo la persona amata, ma è un amore per la vita, per il mistero, per tutto ciò che abita insieme a noi questa straordinaria e affascinante avventura. Un amore per la gioia di esserci."


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