05 agosto 2006

"Il mio “ex storico” mi diceva sempre che puoi capire se una persona ti ama solo dopo averci fatto l’amore. Io non ci credevo, la teoria mi sembrava solo piuttosto divertente. In questi “mala tempora currunt”, fatto per lo più di incontri occasionali, la sua teoria mi è tornata in mente ed ho cominciato a far caso alla velocità con cui ci si riveste per evitare di realizzare che si è con uno perfetto sconosciuto. E che tutto sommato, arrivederci e grazie, potresti anche toglierti fuori dalle palle, ora.
Con Marco è stato diverso. Abbiamo dormito insieme. Ed è stato questo ad avermi fregata.
L’ho conosciuto ad una festa di laurea, ero gia decisamente alticcia, “andante con brio” quanto basta per risultare ancora più esuberante del solito. Lui che è bello, bellissimo, il cuore che fa un triplo salto mortale vedendolo ed il cervello, quel poco che ne era rimasto che mi diceva che era “impossibile”. Abbiamo parlato di yacht, lui che è un esperto ed io che non ci sono mai salita manco una volta su uno. Eppure la sottoscritta era lanciatissima nella discussione, al punto tale che la sera l’aspirante Onassis ha confidato ad un amico in comune quello che è stato il più bel complimento che mai mi abbiano fatto. “Lei è una persona così intelligente…sa quando star zitta e sa quando parlare…e quando lo fa, lo fa solo con cognizione di causa”. Insomma, ci siamo rivisti. Lascio a lui la scelta di un bel locale e di bella gente. Mi sembra ancora più bello ed io mi sento incredibilmente fortunata ad averlo accanto. Ancora una volta l’alcool è stata la mia scusa per piroettare fra le sue braccia e sussurrargli nell’orecchio che cominciavo già a non reggermi in piedi. Siamo finiti da me. Quando mi sono accasciata sul letto mi ha tolto via gli stivali e ha cominciato a massaggiarmi i piedi, sta bene la mia stellina? Ha acceso una candela che avevo sul comodino ed ha spento le luci. Abbiamo continuato tutta la notte a cercarci, un sonno labile, intermittente, si finiva e ci si addormentava, e ci si svegliava non appena uno dei due realizzava la presenza dell’altro accanto. Penso di aver abusato di ogni sua erezione, gli salivo addosso a cavalcioni non appena, mentre di dormiva, sentivo il suo cazzo spingermi timidamente dietro la schiena. Non so perché quella sera non mi sono ribellata al fatto che dormisse da me. La chiamano “empatia” ma potrebbe essere solo curiosità. Fatto sta che abbiamo continuato a cercarci. Tutte ottime e libidinosissime prestazioni in pista, non c’è che dire. Ma, quando il romanticismo mi pugnala alle spalle, quando penso a Marco, più che alla sex machine sorrido pensando alle notti passate insieme, a come restava avvinghiato al mio corpo e ai baci che mi dava nel sonno, e alla serenità, la sicurezza che quelle notti non sarebbero mai finite. (“You’re just a little, romantic, italian girl!”-ci dava dentro una mia amica di Chicago, come se fosse un’offesa!)
-C’è qualcosa di te che non capisco e che mi attrae misteriosamente. Penso che tu sia una gran bella persona. Ma che potresti farmi anche tanto male…-pensavo ad alta voce, testa poggiata sul suo petto, mentre aspiravo boccate di fumo.
-Stai correndo un grosso rischio, allora…lo sai?-aria da duro e sorrisino di chi la sa lunga
-Penso che ne valga la pena…gli ho risposto scrollando le spalle.
Lo penso ancora. Nonostante ad un certo punto se la sia data a gambe levate. Ma come prevedevo, più per egoismo che per cattiveria. Lo stesso egoismo che a mia volta mi spingeva ogni volta a restare a dormire con lui.
Lo stesso egoismo che mi impedisce ogni volta di rimanere sola. E per una serie di fortunate congiunzioni astrali ora c’è Roberto. Parlavo dei Clash e lui aveva la cassetta in macchina. Siamo nati lo stesso giorno. Ed abbiamo gli stessi occhi verdi che sembra possiamo entrambi guardarci allo specchio.
Dice che sembro Bambi, mentre e alle mie spalle e mi accarezza la schiena, nuda. E poi che sembro uscita da un cartone animato di quelli giapponesi, porno, dove le protagoniste sono scolarette e hanno le tette grosse. Ridiamo come pazzi, mi trovo bene a ridere con lui. A scopare con lui. Dice che il cazzo in bocca mi sta benissimo, “mai visto una ragazza a cui il mio cazzo dona così tanto”, ma secondo me è solo una scusa per continuare a farselo succhiare. E lo faccio, non potrei mai negargli nulla.
Potrei quasi innamorarmi di lui.
-L’importante è che non ti innamori di me-aria da Jhon Wayne mentre mi allunga una sua maglietta. Era la seconda sera che ci vedevamo e mi offriva ospitalità a casa sua.
Cazzo, mi legge anche nel pensiero?
L’amore è solo la scusante uterina che gli le donne affibbiano ai loro istinti da zoccola, mi verrebbe da dirgli. Ma sto zitta. E mi godo il suo abbraccio mentre faccio finta di essermi gia addormentata.
L’importante è che dormiamo insieme. "

(da:http://fantasieerotiche.splinder.com)

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Non ho capito, se lo hai scritto tu o preso su Fantasie...

un abbraccio

zoe

11:22 PM  
Blogger sel73 ha detto...

ho scritto da..

11:15 AM  

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