23 marzo 2006

ricordi

Avevo detto, basta, non scrivo più!, per un po’…
Ma io non mantengo mai le mie promesse.
Come dicevo, ultimamente, guardo le cose, sotto un’altra luce.
In maniera distaccata, e distante.
Anche quello che mi circonda.
Forse perché ho più tempo per farlo, perché non sono stressata!
Un po’ come quando vai in vacanza, e continui a fare oohh, uuhh, iihh, vedi una merda spiaccicata, e ti pare che sia a suo modo “artistica”, solo perché hai la spensieratezza, e tutto è in positivo.
Sono anche in vena di ricordi, forse sempre x colpa o merito, del tempo.
Mi è venuto in mente, non so perché, un capodanno passato con Francesco, forse uno dei pochi che ricordo con vera gioia, della mia vita.
Ora, il bello è che non ricordo dove fossimo!
Da ieri ci penso, ma niente da fare, Verona? Siena? Robe da matti, non lo so.
Comunque, siamo andati nella città che non c’è, l’alberghetto era molto carino, in un vecchio palazzo, stile antico, sapeva di cera, di pavimenti consumati, di muri scrostati, di tempo passato.
La porta della camera, era in legno, vecchio, con tante mani di vernice, era una porta doppia, a due ante, proprio quelle di una volta.
Solo che se qualcuno, faceva un sospiro nel corridoio, sembrava fosse in camera!
Va beh, c’era anche il letto vecchio, che cigolava da morire, una roba da panico, come ti giravi, gnniiicch, non vi dico le risate!
Insomma ci siamo guardati la città, che non c’è, abbiamo camminato, mangiato, riso, riso tanto.
Francesco era esilarante, nei suoi momenti di luce, era di un’ironia sottile, unica, mi prendeva in giro, e mi faceva morir dal ridere.
Ci divertivamo come pazzi.
X capodanno non avevamo programmato nulla, non ci avevamo neanche pensato.
Però sapevamo di non aver voglia di caos, di ristoranti, di vestiti eleganti.
Così ci siamo detti, stiamo in camera!
Siamo andati al supermercato, uno di quei negozietti di paese dove c’è un po’ di tutto, e abbiamo comprato un po’ di cose.
Non ricordo tutto, ma sono sicura ci fossero: pomodorini, pane, olio sale, salmone, stracchino, salumi, lumini, piatti bicchieri, tegliette di alluminio, vino, tovaglia e tovaglioli rossi.
Siamo andati all’albergo, e abbiamo allestito la cena.
Abbiamo spostato lo scrittoio, ci ho messo la tovaglia sopra, col pezzo in più ho fatto 2 strisce, dalle quali ho ricavato 2 fiocchi giganti, e ci ho addobbato la tavola.
Abbiamo apparecchiato uno di fronte all’altro, poi ci siamo inventati il fornellino.
Con dei libri ho fatto 2 basi, sopra ci ho appoggiato il contenitore d’alluminio, e nello spazio sotto che si creava ho messo i due lumini.
Ecco, così ci siamo fatti dei buonissimi crostini caldi.
Ovviamente la camera era tempestata di lumini, ce n’erano ovunque.
Abbiamo passato una bella serata, divertente, e giocosa, e i siamo guardati i fuochi dalla finestra.
In effetti, ci vuole così poco, x crearsi piccoli momenti di felicità….
Già.
Il capodanno successivo non è stata la stessa cosa, eravamo a casa mia, i miei non c’erano.
Alle 23.30 io già ero sul divano tra le braccia di Morfeo, per sfuggire alle sue parole, che mi riempivano la testa.
Avrei voluto, che non ci fosse, avrei voluto non essere lì.
Le cose cambiano.

1 Commenti:

Blogger sel73 ha detto...

meno male che ci sei te!
vedi, serve raccontarsi tutto!!!
;-)

3:20 PM  

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