16 marzo 2006


Posted by Picasa

Ecco è nei giorni come questo,
che penso davvero mi meriterei di essere lasciata sola, trattata male.
Mi meriterei una bella sberla.
Stamattina dormivo, ero girata verso il lato esterno del letto, mi sono svegliata sentendo che Vitto mi stava abbracciando da dietro, e mi accarezzava.
Sono rimasta lì senza far nulla.
Mi è venuto in mente il cartone animato di Minù, quello in cui lei, la simpatica signora aveva il cucchiaino al collo, e d’un tratto, diventava piccola piccola.
Ho pensato che sarebbe stato utile avere quel cucchino, diventare piccina, x darsela a gambe levate…
Ho tolto la sua mano dalla coscia, l’ho spostata, lui è stato zitto, pochi minuti e si è alzato.
Si è vestito,
ha preso le sue cose,
ha detto ciao ed è uscito.
Sono rimasta nel letto,
e ho sentito un senso di vuoto tremendo.
Ma che sto facendo?
Stavo lì, pensando a qualcun altro,
pensavo che avrei voluto essere con qualc’un altro,
da un’altra parte,
pensavo che non è giusto.
Per questo dico che non sono quel che sembro, voglio così il bene di chi mi sta vicino, che confondo le cose, e non mi accorgo di far del male.
Ho chiamato Vittorio, gli ho detto, “mi dispiace”, lui ha detto, “non c’è problema, me l’immaginavo, ti lascio stare”.
Poi ha aggiunto:
“Ricordati solo una cosa, mi hai chiesto tempo e te lo darò, ancora un po’, certo, ma sappi che nel frattempo le cose cambiano, che anch’io sto cambiando, e poi sarà troppo tardi. In qualche modo devo difendermi.”
Penso che non sono capace di affrontare le cose da persona matura, e cresciuta.
Penso che sia più comodo aspettare che siano gli altri a decidere x te.
Così avrò l’alibi, e sarò sempre innocente.
Penso che non sono capace di affrontare le cose.
Penso che non dovrei avere tutti questi continui dilemmi, a maggior ragione ora.
Penso che qualcuno una sera mi ha detto “Mi fido di te, sai..”, e da quella sera queste parole mi rimbombano nella testa.
Come si fa a fidarsi di me, che neppure io so cos’aspettarmi da me stessa.
Come si fa a fidarsi di me, che sono egoista e invidiosa.
Come si fa a fidarsi di me, che farei di tutto forse, x avere quel che mi va.
Che roba che sono!
Un macello fatto a persona.
Chissà, che quella notte, in quello schifo, Vitto cercasse proprio me, ero io, forse, ad essermi persa.

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